“Una società giusta è una società che protegge non solo i corpi, ma anche le menti e i cuori di ogni suo componente. Difendere il diritto al benessere psicologico significa difendere la dignità e il valore di ogni essere umano”. Fonte: David Lazzari, Presidente Nazionale Ordini degli Psicologi – Roma, 10/12/2024.
Ne deriva di conseguenza il seguente paradigma: NESSUNO RESTI SOLO DI FRONTE ALLA SOFFERENZA DELLA PSICHE!
Chiarimenti giurisprudenziali
- La professione di Psicologo è regolamentata dalla legge 56/1989 così come integrata dalla legge 3/2018. La psicoterapia, attività specifica ricompresa nelle professioni di Psicologo e/o di Medico, è disciplinata dall’articolo 3 della succitata legge 56/1989.
- Nel configurare la Psicologìa come professione sanitaria, la legge 3 del gennaio 2018 non ha ristretto il suo campo di azione, bensì ne ha ampliato l’orizzonte, nel concetto più ampio di “Tutela della salute”; in coerenza, è stato cambiato l’appellativo del Ministero e degli Assessorati Regionali competenti da “Sanità” a “Salute”.
- Conseguenze legali: LA PSICOTERAPIA PUO’ ESSERE ESERCITATA SOLO DA PSICOLOGI E DA MEDICI ISCRITTI AI RISPETTIVI ORDINI SE E IN QUANTO DOTATI DELLA SPECIFICA SPECIALIZZAZIONE.
- La stessa Psichiatria, disciplina esclusivamente medica, ha subìto, negli anni un rimodellamento nei suoi programmi accademici e di formazione professionali della durata quadriennale o quinquennale, a seconda delle Sedi Universitarie e del mutare dei piani di studi. Tra gli Psichiatri, alla fine del Corso di Specializzazione, attualmente, c’è chi acquisisce l’indirizzo psicofarmacologico e chi quello psicoterapeutico.
- Il MIUR (Ministero dell’Università e della Ricerca) ha la potestà di riconoscere ed abilitare alcuni Istituti e Centri di ricerca Privati al rilascio della Specializzazione in Psicoterapia, previa frequenza con verifica di profitto e merito acquisiti in corsi quadriennali, aperti a Medici e Psicologi iscritti ai rispettivi Ordini.
Dopo il conseguimento di detta Specializzazione – con presentazione finale di una tesi specifica ed originale – si può esercitare l’attività di psicoterapeuta non senza essere iscritti nell’apposito Elenco depositato presso il rispettivo Ordine di appartenenza.
Ogni Scuola di Psicoterapia, a seconda della formazione, ricerca ed esperienza dei suoi Docenti, stabilisce il proprio orientamento metodologico da proporre al candidato aspirante.
Metodiche più diffuse
- Psiconalisi (Nelle Sue Numerose Declinazioni: Freudiana, Junghiana, Lacaniana…)
- Terapia Cognitivo – Comportamentale
- Gestalt
- Psicoterapia Breve Strategica
- Conversazionalismo
- Bioenergetica
- P.N.E.I.
- Schema-Terapia
- Sistemico – Relazionale
- Psicosintesi
- Psicodramma
- Ipnositerapia (nelle sue varianti applicative)
- E.M.D.R.
- Gruppo-Analisi
- Teoria Polivagale
- Metodo Simonton
- Medicina Narrativa
- Musico – Terapia
- Pet – Therapy
- Costellazioni Famigliari
Massimo Biondi, già Professore di Psichiatria alla SAPIENZA di Roma, qualche anno fa, in una ricognizione promossa con alcuni suoi allievi, ne aveva catalogate un paio di centinaia, a suo dire, tutte efficaci, se conformi alle aspettative del quadro diagnostico
Come la psicoterapia può migliorare un malessere
AI TEMPI DELLA MEDICINA BASATA SULL’EVIDENZA E/O SULLA PRECISIONE, è doveroso porsi la seguente domanda: cosa conta maggiormente oggi per poter dimostrare che la Psicoterapia non sia un placebo o poco più (pari ad un pannicello caldo), bensì una metodica scientifica atta a guarire, o almeno a migliorare, il malessere causato da un importante disagio della psiche?
In carenza di indicatori di efficacia e di efficienza, la risposta è quasi esclusivamente appannaggio del giudizio soggettivo del/la paziente e della sua percezione nel riconoscere, dopo un ciclo di terapia, l’ottenimento di un significativo ritrovato benessere.
Una prima fondamentale distinzione in àmbito applicativo deve essere posta tra:
- le gravi patologie psichiatriche
- gli eventi traumatici subìti nel corso della vita
- le malattie fisiche invalidanti concorrenti
- le modalità nei rapporti di relazione con gli altri, in primis in ambiente famigliare, lavorativo, rete parentale ed amicale
- la comunità nella quale il/a paziente vive
- la situazione economica.
Impatto economico del disagio psichico
L‘Italia investe il 3,4% della spesa sanitaria in salute mentale, una quota insufficiente. Secondo Gabriele Ghirlanda di Angelini Pharma, I disturbi mentali rappresentano una delle principali sfide sanitarie e sociali per l’Italia, con costi stimati in 20 miliardi di euro annui e perdite complessive per oltre 63 miliardi.
Lo studio evidenzia che investire il 5% della spesa sanitaria in salute mentale potrebbe generare una migliore qualità di vita comunitaria e benefici economici per almeno 10,4 miliardi di euro (fonte: DoctorNews 33, edizione del 12 febbraio 2025).
- la spesa sanitaria nel 2024 si è assestata in € 137,9 MLD e il 3,4% ammonta ad € 4,69 MLD; la spesa prevista per il 2025 è di € 142,9 mld; se si spendesse il 5%, come dice Ghirlanda, l’importo sarebbe di € 7,145 MLD; quindi ancòra lontani dalla soglia da lui indicata in 10,4 MLD, a fronte di un Pil complessivo di 2.301 MLD, registrato nell’anno 2023.
- Neppure è giusto penalizzare le altre Discipline Sanitarie, ugualmente fondamentali per la tutela della salute del cittadino.
- Sarebbe invece auspicabile proporre in Parlamento un Progetto Obiettivo ad hoc, con risorse economiche finalizzate, come avvenne quando fu promulgata la legge Basaglia 13 maggio 1978 n° 180.
Considerazioni
- L’epidemiologìa dei disturbi neurologici e mentali sta emergendo come una delle priorità globali, sùbito dopo l’oncologia. Per fronteggiare il problema occorrerebbe investire di più nella Ricerca di nuovi farmaci, aumentando le risorse – specie quelle umane – per assistenza e supporto sociale, segmento nel quale è compresa anche la psicoterapia.
- Porre ordine nelle Scuole di psicoterapia al fine di preparare al meglio i Professionisti del futuro per arginare, con appropriate metodologìe, il disagio dilagante (specie tra i giovani) causato dai disturbi mentali nell’attuale contesto sociale.
- Dal punto di vista scientifico occorre rendersi conto che la psicoterapia non sempre risponde alle richieste avanzate dai pazienti, al netto dei drop out da una parte e degli abbandoni per burn out dall’altra (assai frequenti in ogni fascia di età).
- Il/a candidato/a ideale alla psicoterapia è chi è motivato/a a seguire un percorso, di durata indefinibile a priori, con forte desiderio e conseguente predisposizione al cambiamento.
- I risultati migliori si ottengono quando, tra terapeuta e richiedente aiuto scocca la scintilla (magica) dell’empatìa.
- Lo Psicoterapeuta deve possedere adeguata preparazione in una vasta gamma di tecniche da combinare con appropriatezza, caso per caso, in quanto ogni persona ha modalità uniche ed esclusive di risposta al piano terapeutico proposto, di norma, già al primo incontro. La scelta del professionista al quale rivolgersi la si fa consigliandosi con il Medico di Famiglia, con il passaparola e con le informazioni raccolte dalle Reti
Conclusioni
Gorgia da Leontini, è stato un sofista greco anticonformista, discepolo di Empedocle, vissuto all’incirca tra il 483 e il 375 a. C.; mettendo assieme alcune riflessioni disperse qua e là nella sua famosa opera letteraria dal titolo L’encomio di Elena, se ne ricava il seguente concetto: “La parola è grande dominatrice… emessa da un corpo piccolissimo e quasi invisibile sa compiere divinissime cose… riesce a calmare la paura, a dominare il dolore, a ispirare la pietà e ad invitare alla gioia…”.
Erik Richard Kandel, premio Nobel per la Medicina nell’anno 2000, molti secoli più avanti, con le sue scoperte sulla plasticità neuronale dimostrò inequivocabilmente la potenza della parola sulle funzioni dell’anima tra le quali esiste un rapporto analogo a quello prodotto dall’azione dei farmaci sui meccanismi fisio-patologici del corpo.