Prima di intraprendere un qualsiasi percorso psicoterapeutico bisogna cominciare a sviluppare in sé stessi un minimo di motivazione a voler uscire dal tunnel della sofferenza e (ri)scoprire il piacere ed entusiasmo dell’aver fiducia. Quando si sta attraversando un brutto perìodo, chi consiglia di rivolgersi ad un Esperto è di solito un Familiare, un/a Amico/a o un’altra Figura comunque importante. La scelta del Professionista rappresenta il successivo e fondamentale passaggio; occorre capire se ci si troverà davanti alla persona giusta. Diversamente dalle altre Discipline Sanitarie, in Psicoterapia, non bastano a volte la statistica dei casi risolti, il passaparola, il lungo elenco dei titoli acquisiti o le numerose pubblicazioni prodotte; deve spontaneamente generarsi quel vissuto relazionale fatto di fiducia, stima reciproca, capacità di aprirsi un po’ alla volta, consapevolezza di essere ascoltati e compresi; tutto questo nasce e si sviluppa nel tempo.
Luci sull’incertezza
Se ardua appare l’impresa di fissare il primo appuntamento, ancòra più difficile è premere il pulsante di quel campanello; ma appena varcata la soglia d’ingresso, accade qualcosa di inusuale, il portone che si chiude alle Vostre spalle già Vi dimezza la sofferenza. Prosegue il trend favorevole nel sentirVi accolti e ascoltati, già appena Vi accomodate su una delle due rilassanti poltrone e cominciate a parlare dei Vostri problemi.
Superare quella soglia
Si comincia a verbalizzare con il Terapeuta sui sintomi notori e, di solito, meno accettati; dopo la prima sintetica ricognizione, ci si cala tra gli anfratti del sommerso, del meno appariscente, delle rigidità, degli ostacoli, delle incrostazioni consolidate dal e nel tempo.
Il Professionista osserva l’orizzonte e studia la rotta da seguire tra i 4 punti cardinali della bussola della Salute secondo le definizioni maggiormente condivise a livello sanitario: Il corretto ed armonico equilibrio tra lo stato di benessere Fisico, Psicologico, Sociale e Spirituale. La sofferenza dell’uno si ripercuote inevitabilmente sugli altri quadranti esistenziali e le sedi dell’Io, della Personalità, delle Emozioni non sono posizionate al centro di una superficie piana, ma di una sfera dai contorni incerti e, spesso, evanescenti verso l’infinito. E’ desiderio legittimo di ognuno poter vivere a contatto di persone affettuose, calde, avvolgenti come l’utero materno; nella realtà, è l’individuo a doversi adattare all’ambiente circostante, mutevole, intrigante, bellicoso; il Terapeuta provvede ad illuminare gli angoli più oscuri del percorso, ad offrire un appoggio durante il cammino, seppur limitato agli spazi ed ai tempi dedicati delle sedute, ma l’ansia e le flessioni di umore restano in agguato; il disagio si tramuta in tormento e si rivela frustrante, logorante, schiacciante. E’ il momento della svolta. Se il pz aprirà un credito di fiducia, il Terapeuta lo riterrà un dono prezioso ed assai speciale, con un unico grande rischio, può essergli ritirato da chi glie lo ha concesso; ed è qui che si gioca la delicata partita della nascita dell’empatia e della conseguente alleanza terapeutica.
Primi passi
Lo Psicoterapeuta non è un giudice, bensì un esploratore; è una persona come il/la paziente, carico di attese, con in più un training personale e di esperienza in orientamento nei complessi e tortuosi passaggi del labirinto mentale. Si metterà alla ricerca delle parti sane e, appena le avrà individuate, ne discuterà con il/la paziente, lasciandogli/le tempi e modi per valutarne consistenza e tenuta; scoperti almeno due solidi punti di appoggio, vi comincerà a costruire un ponte terapeutico sul quale poter in seguito transitare in sicurezza, passando al di sopra delle asperità rilevate, come avviene nei momenti di tristezza immotivata, vergogna, instabilità emotiva, paura di affrontare gli altri e di tant’altre manifestazioni di un disagio interiore di cui non si sa come venire a capo; all’inizio non sarà facile, ed occorre una carica forte di perseveranza nel provare e riprovare. Alcuni percorsi, dapprima inaccessibili, diventano col tempo meno impervi e, se il coraggio pian piano viene fuori, si cominciano a intravvedere le prime possibili vie d’uscita; fino a quando non appare chiara la vera soluzione del problema, unica e legata di norma a scelte molto importanti da compiere, come in una difficile scalata. Il resto viene da sé dopo, quasi spontaneamente, come, ad esempio, l’apprendimento delle tecniche più adatte per decodificare e correggere i messaggi negativi non verbali trasmessi dal corpo, fonti di inspiegabili sofferenze psicosomatiche.
Durata
Tutto dipende dalla disponibilità della Persona nel voler (ri)mettersi in gioco; dopo il primo incontro di consulenza, trascorsa una pausa di ponderazione di almeno 7 giorni, se il/la paziente decide di iniziare un percorso, prenota l’appuntamento successivo con il primo step di risultato atteso in quinta seduta; e ciò secondo i dettami della “Terapia Breve Strategica”. Si continua, infatti, con la presa di conoscenza dei problemi e l’approccio contestuale ad alcune modalità di controllo e (possibilmente) di vittoria sull’ansia, per imparare a voltare le spalle a quella inspiegabile tristezza di fondo che, a volte, tiene in costante stato di prigionìa le risorse migliori del soggetto sofferente bloccate, per esempio, da un episodio del passato più o meno rimosso nell’inconscio, e/o da un’emozione sospesa, e/o da un desiderio represso o da qualsiasi altro stato d’animo di cui non riesce ad avere piena consapevolezza e controllo. In V^ seduta si fa il punto dei risultati raggiunti e di quelli eventualmente rimaste in sospeso. La Persona è sempre in grado di stabilire serenamente se proseguire o interrompere il percorso, per una moltitudine di fattori ed eventi imponderabili a priori. Per esperienza statistica, verso il 15° incontro si chiude, di norma, un ciclo proficuo di psicoterapia. Si tenga presente che le sedute, per risultare efficaci è bene siano distanziate di circa sette giorni l’una dall’altra e, se si interrompe, nulla va perduto anche nel caso si decidesse di continuare in un secondo momento.
Qualsiasi iniziale o successivo passo terapeutico viene sempre eseguito e concordato, seguendo le norme del consenso informato.
Garanzie
Ogni seduta è un storia a sé stante. Il paziente può recedere dal percorso psicoterapeutico in qualsiasi momento, a sua insindacabile discrezione.
Nello Studio è attivo un protocollo conforme alle vigenti normative in materia di “Privacy” e protezione dati personali con relativi adempimenti, in ottemperanza ai disposti del D.Lgs. 196/’03 e successive integrazioni e modificazioni.
Con Decreto prot. n° 98 del 27/04/2009, Il Direttore dell’Agenzia Regionale Socio Sanitaria del Veneto ha rilasciato al Dott. R. Cacciacarne l’Attestazione di Idoneità al Sistema di Qualità Regionale per lo Studio di Psicoterapia situato in Verona – Via A. Gramsci n° 5 – ex D.G.R. Veneto n° 2849/2006. Si tratta di un importantissimo riconoscimento qualitativo per le attività ivi praticate e per le caratteristiche dello Studio. Il paziente, dal canto suo, accede allo sgravio fiscale degli onorari, all’atto della compilazione del mod. 730 o UNICO nella misura del 19%, e/o dei rimborsi previsti da alcune polizze assicurative private.
Onorario
Onorario per visita e/o seduta: € 132,00
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