E’ un disturbo del tono dell’umore legato al complesso equilibrio dei mediatori chimici che trasmettono le informazioni all’interno della rete sinapsica neuronale: dopamina, serotonina, acetilcolina, adrenalina, nor-adrenalina, endorfine etc, con funzioni specifiche eccitanti e deprimenti (on/off). L’assetto generale delle matrici che producono questi speciali ormoni risente, innanzi tutto, dei fattori genetici. Inoltre, le sollecitazioni esterne (ambientali, sociali) ed endogene possono esaurire la funzionalità delle catene enzimatiche preposte al ciclo metabolico dei neurotrasmettitori stessi, fino al manifestarsi della malattia in tutte le sue forme e livelli di gravità.
Le depressioni minori, in specie le così dette reattive si risolvono con l’eliminazione della causa scatenante, quando ciò è possibile. Diversamente, occorre trovare una strategia affinché il soggetto accetti e metabolizzi mentalmente le conseguenze del/i fattore/i primari(o) sotteso/i alla sofferenza.
Qualcuno che ne soffre si inventa rimedi impropri (come lo scivolare nell’alcol, nel gioco d’azzardo, in abitudini voluttuarie varie) e il disagio anziché migliorare peggiora sempre di più, aggrovigliandosi in un circolo vizioso senza via di uscita. Sembra intuitivo pensare ad una soluzione ragionata; invece, la ricerca della guarigione, a volte, è molto più complessa di quanto si possa immaginare.
La farmacopèa ufficiale dispone, oggi, di molti rimedi efficaci ma è bene che questi siano prescritti da Professionisti preparati ed esperti per non far correre il rischio al paziente di trasformare la depressione nel suo opposto (euforia) o altro ancòra.
Nel vasto capitolo delle depressioni si annòverano: la tristezza, la tendenza all’isolazionismo, la perdita di interessi. Elementi comuni a tutte queste situazioni anomale sono: la pigrizia e/o la svogliatezza ad occuparsi di sé.
La Depressione è, oggi, una tra le malattie più insidiose che affliggono le Civiltà Occidentali. Di difficile diagnosi e tipizzazione, si manifesta in maniera subdola e inibente (il male oscuro). Va da uno stato persistente di immotivata tristezza, fino allo scadimento totale della voglia di vivere. Fa perdere il contatto con sé stessi e con gli altri. Spesso se ne accorgono i familiari, in quanto il paziente tende a chiudersi progressivamente nel suo malessere, cambiando abitudini e stili di vita.
La comparsa della malattia è subdola ed improvvisa. E’ legata a fattori ereditari, endocrini, ambientali, emozionali, a cambiamenti repentini all’interno della rete familiare e sociale come, ad esempio, accade a séguito del decesso di una persona cara. Non risparmia neppure bambini e adolescenti (cfr. DMS-IV-TR). Dal 10 al 15% della popolazione ne è afflitta, con maggiore prevalenza nel sesso femminile, ove si può arrivare a punte di incidenza anche del 25%.
La terapia per la depressione si fonda principalmente sul supporto di comprensione offerto da chi vive accanto alla persona depressa. Incitamenti del tipo “dàtti da fare… volere è potere… vedrai che tra un po’ ti passa… et similia…” sono assolutamente inutili se non dannosi, così dìcasi per rimproveri, improperi e punizioni varie.
La proposta terapeutica, in questo Studio, è la seguente: scegliere tra tutte le tecniche di approccio interpersonale quella più adatta ad ogni singolo paziente, con il progressivo guadagno sul campo del suo consenso e della sua adesione al programma relazionale costruito su misura per lui/lei.
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