Si tratta di un sintomo; salvo casi davvero molto rari nei quali il disturbo è presente per imprinting genetico.
Il sonno è una condizione fondamentale per il ripristino fisiologico delle bioenergie. Segue fedelmente il ritmo circadiano; il buio notturno, si sa, favorisce il rallentamento del ciclo metabolico e agisce sul buon funzionamento del Sistema Neuro Vegetativo, preposto a tutte le attività autonome del corpo umano. Ne è un esempio tipico il fenomeno del jet lag percepito distintamente da chiunque, quando e se effettua un volo intercontinentale; gli stessi Addetti ai Lavori non ne sono immuni.
La durata del sonno varia durante il corso della vita. Il neonato dorme di media 15 ore al giorno per scendere gradualmente e stabilizzarsi intorno alle 8 – 9 ore in adolescenza – gioventù. Nell’età senile il bisogno di sonno scende a 7 – 8 ore.
Si parla di insonnia quando la durata complessiva è intorno o al di sotto della soglia di 5 ore/die.
Altra condizione importante è la continuità; le interruzioni del sonno, per le cause le più varie, al risveglio mattutino, lasciano la netta sensazione di non aver riposato bene durante la notte.
Le fasi del sonno
Sono 5 e così suddivise:
1. Addormentamento;
2. Sonno leggero;
3. Sonno profondo;
4. Sonno profondo effettivo;
5. Sonno REM,
ove l’acronimo sta per Rapid Eye Movement e identifica una forte attività onirica spontanea ove, di norma. il soggetto sogna. Paradossalmente, in questa fase gli occhi, sotto le palpebre, si muovono rapidamente mentre il cervello elabora i vissuti fissati nella coscienza, senza la supervisione correttiva del potere logico. L’analisi dei sogni è parte molto importante di qualsiasi setting psicoterapeutico.
L’insonnia può essere definita “Primaria” se non ha cause apparenti idonee a spiegarla; oppure “Secondaria” se è la conseguenza di patologie concomitanti.
Come esempi paradigmatici si prèndano in considerazione tre situazioni, di cui le prime due legate al corpo:
A) la sindrome delle apnee ostruttive nel sonno, nota anche con l’acronimo OSAS (Obstructive Sleep Apnea Syndrome), condizione caratterizzata da pause nella respirazione durante il sonno, dovute all’ostruzione parziale o totale delle prime vie aeree; in questo caso va prescritto l’uso del CPAP;
B) stando alle risultanze di uno Studio di qualche anno fa (20/02/2015) condotto su un vasto campione di popolazione presso l’University of Chicago Medical Center pubblicato su Diabetologìa organo ufficiale dell’EASD (European Association for the study of Diabetes), esiste una netta correlazione tra ore di sonno perduto, aumento di peso e diabete di tipo 2 (per fortuna reversibile). Infatti, secondo la Prof. ESRA TASALI, conduttrice della Ricerca sopra citata, il dormire poco altera tutta una serie di meccanismi ormonali, con conseguente aumento degli acidi grassi circolanti e lenta induzione di uno stato di insulino-resistenza;
C) alcune condizioni di vita stressanti provocano un continuo rimuginìo di pensieri, specie quando occorre prendere decisioni drastiche e non sempre confacenti alla linearità desiderata in regime di routine; oppure alla vigilia di una prova importante.
Rimedi per l’insonnia
In commercio ci sono farmaci molto validi per curare il sintomo ma, qualche volta, gli effetti collaterali sono piuttosto sgradevoli.
Un ciclo di psicoterapia breve per l’insonnia centrata:
1. sulla ricerca delle cause con auspicabile rimozione dei motivi psicologici sottesi all’insonnia
2. sull’apprendimento di tecniche facilitanti l’abbandono del corpo tra le braccia di Morfeo, adatte a superare questo disagio così fastidioso per una buona qualità di vita.
La più efficace in assoluto è l’Ipnosi per l’insonnia il cui étimo deriva dal termine Υπνος che, in Greco Antico significa appunto “sonno”.
In estrema sintesi, va detto che la responsività all’induzione ipnotica è fattore individuale e personale che si slatentizza durante le sedute; nel caso dell’insonnia (specie per le forme più ostinate), il migliore risultato lo si ottiene quando il/a paziente apprende molto bene le tecniche di Autoipnosi.
Se questo non avviene (e le ragioni possono essere le più varie) si procede con altre modalità di più facile apprendimento come il Rilassamento Muscolare Progressivo di Edmund Jacobson e/o il Training Autogeno di Johannes Heinrich Schultz.
O meglio: da una combinazione personalizzata studiata e adattata su misura per le esigenze di ogni singolo/a paziente e derivata da più metodiche.
In conclusione, se l’insonnia è correlata esclusivamente a problemi di natura psicologica, alla fine di un ciclo virtuoso di psicoterapia, il paziente saprà perfettamente come agire nella vita e, con l’ausilio di una buona tecnica, si troverà per qualità e durata del sonno, nella stessa condizione descritta da A. Manzoni ne I PROMESSI SPOSI ”… Si racconta che il principe di Condé dormì profondamente la notte avanti la giornata di Rocroi … Don Abbondio in vece non sapeva altro ancòra se non che l’indomani sarebbe stato giorno di battaglia; quindi una gran parte della notte fu spesa in consulte angosciose…“
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